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La sartoria dello sceneggiatore teatrale

Aggiornamento: 26 lug



Il lavoro di scrittura di una storia, che si tratti di un romanzo o di una sceneggiatura teatrale, è una creazione del tutto artigianale, con forti analogie con l'attività sartoriale. Il gergo che si adopera, in effetti, è fatto esattamente dello stesso lessico.


Si parte sempre da uno schizzo, un cartamodello. Un progetto che viene man mano impreziosito con tratteggi e composizioni ornamentali. Proprio come un sarto, lo sceneggiatore è chiamato a intessere una trama, imbastendola con tinte e motivi che la renderanno unica. Si fissano all'inizio alcuni punti da cui si dipanano poi le fila del discorso, in uno svolgimento che deve affascinare. In alcuni punti la trama può cedere e occorre allora stringere un po' e guarnirla con tratti più decisi. 


Lo sceneggiatore è un sarto sapiente, in grado di ordire una trama che s'infittisce in un intreccio ben congegnato. Basta sbottonarsi un po'. Ciascun personaggio, dall'inizio alla fine del racconto, avrà una sua storia personale, una sotto trama che si accavallerà alla trama principale, in un intrico che renderà il racconto più ricco e seducente. A volte una trama potrà avere anche il suo rovescio.


Lo sceneggiatore è un sarto in grado di ricamare su ciascun personaggio vicende e motivi apparentemente distanti in un legame stretto, in un melange privo di crepe. Certo, ciascun artigiano lo farà secondo il proprio stile, realizzando con maestria una fantasia armonica e geometrica, fino a quel momento presente solo nella propria mente. E ognuno traccerà la propria tela come può, con i ferri del mestiere che avrà a disposizione.



Come apparirà questo o quel personaggio? Se fosse il nostro personaggio, in un copione scritto apposta per noi, ce lo sentiremmo cucito addosso? Oppure ci starà stretto?


Non è un compito facile. Il pericolo è dietro l'angolo. La storia fila? E' facile ritrovarsi in garbugli complicati, disegni venuti male, tenuti su con gli spilli. Punti di non ritorno. La storia si sfilaccia. Non bisogna scoraggiarsi. Si torna indietro, taglia & cuci ed eccolo di nuovo, il bandolo della matassa. L'importante è dare un senso al tutto e tirare così le fila del discorso. Si addiviene così ad un punto cruciale nel quale sarà visibile quel sottile fil rouge, che ci terrà legati -a doppio filo- a quel racconto che scopriremo di amare.

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